Stats Tweet

MEDICINA - GUIDA MEDICA - MALATTIE DELL'ALIMENTAZIONE E DEL RICAMBIO

ACIDOSI

È quello stato patologico che si verifica nell'organismo per l'accumulo di acidi in eccesso o per la diminuzione eccessiva di alcali, comunque a causa della rottura dell'equilibrio acido-basico con prevalenza degli acidi. All'inizio l'acidosi può essere asintomatica; poi si manifestano gradualmente depressione dello stato generale, mal di testa, inappetenza, alito acetonico (odore di mela), respiro profondo senza che la pelle diventi bluastra; aggravandosi l'acidosi, subentrano nausea, vomito, diarrea o stitichezza, rigidità dei muscoli addominali, tachicardia, vertigini, sonnolenza. L'acidosi può essere provocata da deviazioni del ricambio a causa di digiuno prolungato, febbre, ipertiroidismo, vomito, diabete mellito; oppure proviene da eccessiva sudorazione, strapazzo muscolare, gravidanza, malattie infettive febbrili, infiammazioni acute dei visceri addominali, malattie renali in fase avanzata, insufficienza respiratoria.

ALCALOSI

È quello stato patologico che si verifica nell'organismo per l'accumulo di alcali in eccesso o per la diminuzione eccessiva di acidi, comunque a causa della rottura dell'equilibrio acido-basico con prevalenza degli alcali. I sintomi sono: mal di testa, sete intensa, inappetenza, aumento dell'irritabilità muscolare, irrequietezza, lingua arida, respiro superficiale, nausea, vomito, diarrea, urina abbondante. L'alcalosi vera e propria è provocata da un disturbo del ricambio in conseguenza di vomiti ripetuti, gravi diarree, terapie intensive a base di sali diuretici o di alcali, intossicazioni, ecc. Esiste anche una alcalosi respiratoria che consiste in una forte perdita di acido carbonico. La sua causa più frequente è la respirazione eccessiva di origine emotiva o isterica; altre volte di origine nervosa, oppure in conseguenza di febbre elevata o di forte calore ambientale.

AVITAMINOSI

Sono stati morbosi provocati da carenza (cioè insufficienza) di una o più vitamine. Si designano con la lettera distintiva delle vitamine carenti.

AVITIMINOSI A

Si manifesta con disturbi visivi che consistono in diminuzione della capacità di adattamento all'oscurità, emeralopia (cecità alla luce crepuscolare), xeroftalmia (stato di secchezza con atrofia della congiuntiva, che rende opaca la cornea), secchezza della pelle e delle mucose, disturbi nella crescita dei denti.

AVITAMINOSI B1

O beriberi, è la malattia tipica di chi si alimenta quasi esclusivamente di riso non brillato, quindi è più frequente in alcune popolazioni dell'Estremo Oriente. I primi sintomi sono costituiti da disturbi di tipo neurastenico: astenia, cardiopalmo, dolori muscolari, poi formicolii e diminuzione della sensibilità cutanea; infine edemi, disturbi digestivi, cardiaci e segni di polinevrite.

AVITAMINOSI B2

Detta anche ariboflavinosi, è caratterizzata essenzialmente da lesioni oculari e cutanee. Le lesioni all'occhio provocano fotofobia (insofferenza per la luce viva), diminuzione del potere visivo, bruciore agli occhi, sensazione di sabbia nell'occhio.
Le lesioni cutanee consistono in: fessurazioni agli angoli della bocca; infiammazione della lingua che diventa liscia, lucida, rosso-violacea; desquamazioni al volto con piccole croste, soprattutto attorno alle narici.

AVITAMINOSI B12

Provoca l'anemia perniciosa di Biermer o anemia di Addison che presenta un insieme di sintomi: depressione dello stato generale, palpitazioni, difficoltà di respiro, pallore intenso spesso associato a lieve ittero (pelle giallastra), inappetenza, vomito, diarrea, dolori addominali, infiammazione della lingua, atrofia della mucosa gastrica, formicolii alle gambe, difficoltà di camminare soprattutto nella oscurità, globuli rossi ovali e di grandi dimensioni ma poveri di emoglobina.

AVlTAMINOSI C

Provoca lo scorbuto, che si distingue in scorbuto infantile e scorbuto dell'adulto. Quello infantile si osserva nei lattanti fra i 6 e i 12 mesi nutriti artificialmente (latte pastorizzato, condensato o in polvere, farinate) senza un rapporto suppletivo di vitamina C. La malattia è caratterizzata dal fatto che il bambino assume una posizione tipica (immobile, steso sul dorso, con le cosce in semi-flessione e in addizione) e piange appena lo si tocca a causa del dolore provocato; l'estremità inferiore del femore è tumefatta e molto dolente per una emorragia ossea; si manifestano anche petecchie, cioè emorragie cutanee caratterizzate a piccole macchie rosso-violacee, di dimensioni da una testa di spillo a una lenticchia; se la dentizione è presente, si verifica una gengivite; a volte si riscontrano anche ritardo della crescita e febbre.
Nell'adulto, lo scorbuto si osserva dopo 5-6 mesi di alimentazione carente di vitamina C perché costituita soprattutto da prodotti conservati (campi di concentramento, in individui che trascurano i pasti cucinati, la frutta e in special modo gli agrumi, ecc.). I sintomi sono costituiti da gengivite, emorragie (petecchie soprattutto ai ginocchi e alle gambe, emorragie dolorose al polpaccio, alla gamba e al femore) e globuli rossi più piccoli del normale (anemia microcitica).

AVITAMINOSI D

Nel bambino provoca il rachitismo, nell'adulto l'osteomalacia. Il rachitismo presenta i seguenti sintomi: cranio grosso con prominenza delle bozze frontali, ritardo nella chiusura delle «fontanelle» (cioè nella sutura delle ossa craniche, se il rachitismo insorge dopo il 5°-6° mese), prima dentizione ritardata, disordinata, incompleta, denti che si cariano facilmente, torace svasato in basso e sporgente in avanti, deviazione della colonna vertebrale (cifosi, lordosi e scoliosi), bacino ristretto, deformazioni delle gambe e delle braccia. L'osteomalacia, come il rachitismo, può manifestarsi in forma lieve. Nelle forme più o meno gravi, inizia con dolori localizzati alla schiena, al torace, alla regione sacrale, alla radice delle braccia e delle gambe.
Poi i dolori aumentano e i movimenti li inaspriscono, le ossa si rammolliscono e, nelle forme gravi, quelle della colonna vertebrale, del torace o del bacino a poco a poco si incurvano.
Infine i dolori che derivano dall'osteomalacia cessano, la colonna vertebrale resta rigidamente deviata in cifosi (cioè a convessità posteriore) e il torace diventa globoso, stretto, appiattito in senso trasversale. L'avitaminosi D proviene da un'alimentazione carente non solo di questa vitamina (che è la più scarsa in natura), ma anche delle sostanze necessarie alla sua sintesi da parte dell'organismo umano (provitamine D). Un fattore molto importante di avitaminosi D è pure l'insufficiente esposizione della pelle ai raggi ultravioletti solari, necessari per la sintesi della vitamina D. Anche i disturbi digestivi possono favorire questa avitaminosi, quando impediscono l'assorbimento intestinale della vitamina D.

AVITAMINOSI K

Si manifesta con un difetto della coagulazione del sangue che, nelle forme gravi, presenta un insieme di sintomi emorragici. Infatti la vitamina K è utilizzata dal fegato per la sintesi della protrombina, una delle sostanze che hanno una parte di primaria importanza nella coagulazione del sangue. Di norma, l'avitaminosi K non si produce anche se gli alimenti che la contengono (verdura cruda, specialmente spinaci e cavolo) sono assenti dall'alimentazione; ma può manifestarsi nel bambino al di sotto del 6° mese se la madre che lo allatta è in stato di carenza K; oppure in individui che presentano un ittero per occlusione delle vie biliari, una insufficienza epatica grave, una sprue, una colite ulcerosa, una fistola gastro-colica e altre malattie intestinali.

AVITAMINOSI PP

Provoca la pellagra, cioè un insieme di sintomi caratterizzati da infiammazione della pelle (dermatite) nelle parti esposte alla luce, infiammazione della bocca e della lingua, diarrea e, in fase avanzata, demenza. L'avitaminosi PP, dovuta anche a una prolungata carenza di provitamine PP si osserva in forma sporadica in individui ad alimentazione troppo uniforme, senza verdure crude, con pochissime proteine, poco latte e latticini; in forma endemica nei paesi dove il regime alimentare è costituito quasi esclusivamente da granoturco, segala e miglio; in forma epidemica nell'alimentazione di guerra, soprattutto per restrizioni generalizzate delle carni. La pellagra endemica è grave malattia sociale in quelle popolazioni africane, asiatiche e sudamericane dove il consumo di proteine animali (carne, pesce, uova, latte e latticini) è molto scarso, e quello di proteine vegetali (fagioli, piselli, ceci, lenticchie, ecc.) spesso insufficiente.

DIABETE MELLITO

È una malattia cronica dovuta a un disturbo del ricambio dei carboidrati e caratterizzata da aumento di zucchero nel sangue (iperglicemia) ed emissione di zucchero nelle urine (glicosuria).
Quando è di lieve entità, il diabete mellito spesso non presenta alcun sintomo, ma l'analisi delle urine lo rivela perché si riscontra glicosuria. In stadio avanzato, la malattia è frequentemente accompagnata da depressione dello stato generale, aumento della sete, delle urine, dell'appetito e dimagramento. Le complicazioni sono numerose: cutanee (prurito, generalmente localizzato agli organi genitali e più frequente nelle donne, foruncolosi, dermatosi con eritema e desquamazione, ecc.), oculari (retinite, cataratta), cardio-vascolari (angina di petto, infarto del miocardio, ipertensione arteriosa, gangrena degli arti), polmonari (tubercolosi), nervose (nevralgie, polinevrite, disturbi neurovegetativi, impotenza e frigidità).
Il diabete mellito è soprattutto una malattia dell'età matura e della vecchiaia e la sua frequenza aumenta con l'elevarsi del tenore di vita. Dopo i 40 anni, questa malattia colpisce in prevalenza le donne. La causa fondamentale del diabete mellito è una produzione insufficiente di insulina da parte del pancreas: ne risultano appunto una diminuita utilizzazione dello zucchero (glucosio), un aumento della trasformazione del glicogeno in glucosio da parte del fegato, una iperglicemia, una glicosuria, un aumento della sete e delle urine. Favoriscono l'insorgenza del diabete mellito l'eredità, l'obesità e alcune disfunzioni ormonali. Le malattie infettive, i reumatismi, le malattie nervose e i traumi emotivi possono svelare o aggravare un diabete preesistente. La guarigione completa è eccezionale, tuttavia la prognosi del diabete mellito nell'adulto curato correttamente è eccellente: nel diabetico adulto, la durata media della vita non differisce sensibilmente da quella del non diabetico.
Rappresentazione grafica dei valori del diabete

GOTTA

Detta anche uricemia o meglio iperuricemia, è una malattia costituzionale caratterizzata da un eccesso di acido urico nel sangue, con deposito di urati nel tessuto connettivo, soprattutto nelle articolazioni. Sintomo principale della gotta sono gli accessi, o crisi, che diventano a mano a mano più frequenti. L'accesso gottoso è costituito da un dolore, generalmente notturno, che sveglia all'improvviso il malato e il più delle volte è localizzato all'alluce, oppure all'anca, al ginocchio o alla mano. Il dolore, dapprima lieve, aumenta progressivamente e diventa più acuto di ogni altra manifestazione artritica; in genere diminuisce al mattino e riprende la notte seguente, e così per 5-6 notti di seguito, con ricadute progressivamente meno forti. In corrispondenza dell'articolazione colpita si forma una tumefazione rossa, lucida, dura ed elastica, dove, cessato l'accesso gottoso, la pelle si desquama e dà prurito. Durante l'accesso, si ha febbre serale a 38°-39°, l'acido urico nel sangue aumenta e l'eliminazione delle urine diminuisce.
Spesso l'accesso gottoso è scatenato da eccessi alimentari o da strapazzi fisici e preceduto da disturbi digestivi.
Abitualmente, il primo accesso non resta l'unico e sovente il secondo si manifesta dopo 1-2 anni. Poi gli intervalli fra un accesso e l'altro si raccorciano gradualmente, altre articolazioni vengono colpite e la gotta acuta passa alla forma cronica (detta anche reumatismo gottoso) con deformazioni permanenti delle articolazioni. L'evoluzione della gotta è generalmente lentissima, ossia dura molti anni. Complicazione abituale è il danno renale progressivo, con lesioni e insufficienza renale che possono sfociare nell'uremia. La gotta può anche provocare la formazione nel rene di calcoli uratici che si manifestano con coliche renali. Esistono pure forme attenuate o benigne di gotta che non impediscono al malato di condurre una vita normale.
La gotta colpisce più di frequente l'uomo (dopo la pubertà o nell'età adulta) che la donna (verso la menopausa). Spesso si tratta di una malattia ereditaria. L'eccesso di acido urico che è all'origine della gotta dipende sia dalla sintesi esagerata di nucleo-proteine da parte del fegato, sia da cibi troppo ricchi di nucleo-proteine e di purine (carni, frattaglie, ecc.). Non è però confermato che la alimentazione privilegiata possa predisporre necessariamente alla gotta.

IPOGLICEMIA

È un insieme di sintomi che si manifesta in seguito a una diminuzione eccessiva dello zucchero nel sangue, cioè al disotto di 50 milligrammi per cento. Nella forma benigna, la sintomatologia è costituita da fame, tachicardia, palpitazioni, tremori, sudorazione, ansietà. Nella forma grave, i sintomi suddetti sono più forti e a essi si aggiungono nausea, alle volte dolori addominali, sincope, diplopia (percezione di due immagini di uno stesso oggetto) e contrazioni isolate di gruppi muscolari.
Nella forma più grave, si hanno disturbi psichici, diplopia, nistagmo (movimenti oscillatori dei globi oculari), afasia (difetto di adattamento della parola all'idea), perdita della conoscenza, convulsioni. L'ipoglicemia può essere causata da un eccesso di insulina per tumori benigni o maligni al pancreas, da disfunzioni ormonali, lesioni epatiche estese, pasti troppo ricchi di carboidrati, assorbimento troppo rapido dei carboidrati, alimentazione prolungata a base di proteine e grassi, sforzi fisici violenti, stati ansiosi.

OBESITÀ

È una disfunzione del ricambio caratterizzata da un accumulo eccessivo di tessuto adiposo. L'obesità può essere limitata a un aumento di peso o alla perdita della linea, ma spesso porta con sé sintomi patologici fra cui i più comuni sono difficoltà di respirazione dopo uno sforzo, depressione dello stato generale, dolori alle articolazioni che sostengono il peso eccessivo, intolleranza al caldo, disturbi digestivi e insonnia. All'obesità si associano spesso ipertensione arteriosa, insufficienza cardiaca, diabete e, nel complesso, una morbilità e una mortalità nettamente più elevate che negli individui non obesi.
Contrariamente a un'opinione popolare ancora molto diffusa, è piuttosto raro che l'obesità sia causata da disfunzioni ormonali. Invece nel 95% dei casi questa malattia è provocata dall'ingestione di alimenti in eccesso (soprattutto grassi e carboidrati) rispetto ai bisogni dell'organismo. Bisogna anche tenere conto che esistono variazioni importanti del ricambio individuale, per cui alcune persone possono eccedere nell'alimentazione senza ingrassare mentre altre aumentano di peso se non si sottopongono a una severa limitazione dei grassi e dei carboidrati.
L'ingestione di alimenti in quantità eccessiva può essere un'abitudine familiare (obesità familiare); può essere connessa con una riduzione dell'attività muscolare (lavoro sedentario, vecchiaia) alla quale non fa riscontro una diminuzione proporzionale della quantità di cibo; può derivare da una malattia che abbassa il metabolismo basale o da un eccesso di insulina nel sangue. Piuttosto frequente è l'obesità psicogena, cioè dovuta al fatto che alcuni individui sono indotti a trarre una soddisfazione emotiva o a calmare il loro stato di ansietà con pasti abbondanti: spesso, infatti, essi cercano nel cibo un «compenso» alle frustrazioni che subiscono nella vita affettiva familiare, sociale, erotica, ecc.

SPRUE

È una malattia che di solito si preannuncia in modo insidioso, con sintomi che possono durare mesi o anni: disturbi della digestione, diarrea alternata con stitichezza, dimagramento, stato depressivo. Poi la sprue si manifesta apertamente: la pelle assume una colorazione brunastra alle mani, al collo e alle gambe, la bocca e la lingua si infiammano, la diarrea si aggrava con 6-8 scariche al giorno, le feci sono abbondanti, molli, chiare, pastose, grasse, fetide. Altri sintomi sono vaghi dolori ossei, anemia, depressione, irritabilità.
La sprue è causata da una deficienza di assorbimento dei grassi (e di altri alimenti) da parte dell'intestino, in seguito a una carenza persistente di alcune vitamine necessarie per la formazione del sangue (B12 e altri fattori antianemici contenuti nelle proteine animali), oppure ad alcune malattie gastro-intestinali.